Il colesterolo LDL ha una correlazione diretta con i processi di aterogenesi e con i conseguenti eventi cardiovascolari provocati dalla instabilità della placca aterosclerotica. Le statine sono farmaci fondamentali per la riduzione dei livelli di colesterolo LDL ma hanno due importanti limitazioni. La prima è che circa il 15% dei pazienti ha una significativa intolleranza che determina la sospensione della terapia. Per questi pazienti abbiamo bisogno di altri farmaci e l’acido bempedoico, che agisce sulla biosintesi epatica del colesterolo, può essere una valida alternativa per il trattamento delle dislipidemie. La seconda è la scarsa capacità di raggiungere un target di LDL estremamente ridotto (55 mg/dl nei pazienti a rischio molto alto) quando prescritte in mono-somministrazione. C’è pertanto la necessità di aggiungere altri farmaci alle statine quale l’ezetimibe e/o gli inibitori dei PCSK9, quest’ultimi, però, gravati da una serie di limitazioni legate al contenimento dei costi. L’acido bempedoico, in aggiunta o in alternativa alle statine, potrà contribuire all’ottenimento dei target nelle categorie di pazienti a rischio alto e molto alto.
All’interno di questi argomenti verranno discussi 4 casi clinici presentati da 4 diversi rappresentanti dei laboratori di emodinamica dell’Emilia Romagna. Dal confronto sui casi, e applicando le nuove evidenze scientifiche, si cercherà di identificare le soluzioni più adeguate ad assicurare il miglior outcome di questi pazienti. Emerge la necessità di elaborare protocolli diagnostici/terapeutici con la definizione di screenig precoce, corretta diagnosi, scelta terapeutica ottimale e corretto approccio gestionale delle terapie ipolipemizzanti.